Scegliere come posare le piastrelle è un passaggio fondamentale nella progettazione di un pavimento o di un rivestimento. Non si tratta soltanto di una questione tecnica: il tipo di posa condiziona la percezione visiva di uno spazio, ne influenza le proporzioni, valorizza i materiali e può trasformare un ambiente ordinario in un progetto di interior design di grande impatto.
Grazie all’ampia gamma di formati disponibili in gres porcellanato è possibile sperimentare numerose soluzioni di posa, dalle più classiche a quelle di maggior tendenza. In questa guida passeremo in rassegna i principali tipi di posa delle piastrelle e vedremo alcuni consigli pratici per scegliere quello più adatto a ciascun contesto abitativo, sia in interno che in esterno.
Gli elementi principali da valutare sono:
Ogni schema di posa ha un carattere specifico. Pertanto, nella scelta di quello che può interpretare al meglio lo stile che abbiamo in mente per la nostra casa, occorre tenerne conto. Vediamo i principali.
È la soluzione più semplice e diffusa: le piastrelle sono disposte parallelamente ai muri, in una griglia regolare. È perfetta per mettere in risalto i formati grandi e le superfici omogenee. Per piastrelle rettangolari si può scegliere se allineare il lato lungo della mattonella al lato maggiore della stanza (dandole ulteriore profondità) o alla parete di lunghezza minore, contenendo in modo illusorio la profondità dell’ambiente.
La griglia viene ruotata di 45°. Questo schema imprime allo spazio un certo dinamismo e lo allarga visivamente. In più, maschera eventuali irregolarità delle pareti. Richiede, però, più tagli e un’accurata progettazione. La posa diagonale sfalsata è una variante in cui le piastrelle vengono disallineate per file parallele.
Prevede file di listoni disposte parallelamente con le giunzioni di testa allineate o sfalsati in modo regolare (spesso a metà del lato lungo). Ricorda la tradizione del parquet ed è particolarmente indicata per la posa del gres porcellanato effetto legno. La posa a cassero conferisce ordine e ritmo allo spazio.
Le piastrelle (anche qui, di solito, listoni effetto legno) vengono sfalsate tra loro a file parallele per il senso della lunghezza, senza un ritmo riconoscibile. È uno schema pratico, informale e molto usato negli ambienti moderni, specie se sono lunghi e stretti. La posa a correre del gres effetto legno è particolarmente apprezzata perché è dinamica e ha un aspetto molto naturale. Le doghe ceramiche possono anche avere lunghezza diversa, elemento che movimenta ulteriormente questo schema.
In questo schema le piastrelle vengono disposte ad angolo retto, creando un disegno a “V”. Raffinata e scenografica, è indicata per formati rettangolari molto allungati. Un pavimento a spina di pesce è ideale per contesti di rappresentanza o per il living, spesso la stanza con la metratura maggiore. Classico ed elegante, il gres effetto legno a spina di pesce esalta venature e stonalizzazione del materiale ceramico. Nel costante cambio di direzione trova un dinamismo deciso ma armonioso.
È simile alla spina di pesce, ma con piastrelle tagliate a 45° alle due estremità, che si uniscono in un motivo a zig-zag regolare. Rispetto alle piastrelle a spina di pesce, la posa delle mattonelle a chevron è, però, ancor più elegante (perché più regolare) e maggiormente decorativa, motivo per cui sta conoscendo un grande successo.
I rivestimenti verticali offrono più o meno le medesime possibilità compositive dei pavimenti, ma con risultati specifici che è bene conoscere. Ad esempio, la posa in verticale slancia gli ambienti con i soffitti bassi e valorizza i formati piccoli o sottili: l’occhio è guidato verso l’alto e questo accentua il senso di verticalità. Questo schema è perfetto – soprattutto per ragioni pratiche (ad esempio l’assenza di scarto) – per le grandi lastre. È molto indicato anche per le doghe di legno ceramico o per i moduli composti da sottili listelli montati su rete.
Un rivestimento posato in orizzontale dilata visivamente la parete: per questo risulta ideale per i bagni di metrature contenute e le cucine. Sfalsare le fughe di una posa a mattoncino crea movimento e dà all’ambiente un tocco industriale. La posa a spina di pesce assume, a parete, un valore altamente decorativo, molto di tendenza soprattutto con i formati piccoli.
C’è un tipo di posa delle piastrelle a pavimento che ancora non abbiamo menzionato e che merita qualche considerazione: la posa modulare, talvolta chiamata posa a incastro o legatura romana. In questo caso entrano in gioco più formati le cui geometrie ne consentono la combinazione in un unico pattern. A prima vista, il risultato è un disegno apparentemente casuale; in realtà, a uno sguardo più attento, lo schema risulta studiato per ottenere dinamismo e al tempo stesso precisione e uniformità estetica. I formati che compongono il modulo possono essere tre o più, piccoli o grandi. In terrazze, patii e porticati, una posa di questo tipo evita la monotonia e si integra con gli elementi naturali molto meglio di una griglia di posa dalla geometria troppo regolare.
La posa modulare è particolarmente utilizzata per le pavimentazione esterne. Ha origine nel mondo delle pietre naturali (dove più spesso è chiamata legatura romana) ma è nel gres porcellanato effetto pietra che la combinazione di variabilità e uniformità estetica risulta particolarmente gradevole. Da un lato, la variabilità della superficie effetto pietra viene accentuata proprio dalla posa modulare a più formati, generando un senso di genuinità tutta naturale, tutta da vivere. Dall’altro, l’assoluta precisione delle geometrie (specie se i bordi della piastrella sono rettificati) si accompagna a texture e a strutture superficiali ultra realistiche. Look che non hanno nulla da invidiare alle pavimentazioni naturali e che, anzi, raggiungono una durabilità e una praticità di gran lunga superiori.
Vediamo ora alcuni consigli per evitare errori al momento di scegliere lo schema di posa. Il primo errore da evitare è quello di usare uno schema troppo complesso per uno spazio troppo piccolo, che rischia di soffocare l’ambiente. È bene, poi, considerare sempre la direzione della luce: le venature del gres effetto legno e le fughe vengono lette diversamente in base all’illuminazione.
Occorre pianificare bene dove cadranno i tagli: la posa delle piastrelle a pavimento va progettata in anticipo per evitare sprechi e inestetismi. Il progettista dovrà, quindi, fornirvi un preciso layout di posa, col punto di inizio e una stima della misura di ciascun taglio.
Per ottenere un risultato ottimale bisogna prevedere il giusto scarto di materiale: in genere dal 5 al 15% a seconda dello schema di posa scelto e della dimensione del formato o dei formati coinvolti. Va da sé che è indispensabile affidarsi a posatori esperti, soprattutto per schemi complessi come la spina di pesce o i moduli multiformato. Infine, bisogna valutare con attenzione anche la tipologia di riempimento delle fughe e la loro ampiezza, e farne una corretta manutenzione nel tempo, argomenti di cui abbiamo già parlato.
Come abbiamo visto, lo schema di posa è molto più di un dettaglio tecnico: è un vero e proprio strumento di design. Con il gres porcellanato di Panaria, disponibile in numerosi formati ed effetti, ogni schema trova la sua migliore interpretazione, valorizzando tanto gli spazi interni quanto quelli esterni.